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NUOVE PROFESSIONI

LE PROFESSIONI CHE DIFENDONO L’AMBIENTE

Progettista di manufatti edilizi a basso impatto ambientale, manager di impianti di acquacoltura ecompatibili, tecnico della qualità nella filiera dei prodotti biologici, esperto di biotecnologie sostenibili. Sono queste alcune delle professioni che, in un futuro non troppo lontano, saranno tra le piu’ richieste e necessarie in un’economia basata sullo sviluppo sostenibile. In tutto 38 nuove figure professionali, identificate dall’Isfol in uno studio coordinato da Maria Teresa Palleschi e Rita Ammassari. La ricerca è stata presentata, a Roma, nel corso del convegno “Formare per la sostenibilita”. Dopo l’apertura dei lavori, affidata a Sergio Trevisanato, presidente dell’Isfol, si è svolta una tavola rotonda fra esperti e studiosi di sviluppo sostenibile, fra cui Cesare Donnhauser, del ministero dell’Ambiente, Maria Chiara Alati, dell’università di Roma, e Donatella Crosetti, dell’Icram. Lo scopo della ricerca è quello di individuare le figure professionali innovative che ambiente e mercato richiedono per la costruzione di una società attenta, al tempo stesso, alle esigenze occupazionali e alla salute e al benessere di tutti, nonché alla tutela ambientale.

Uno sviluppo che soddisfi “i bisogni delle persone esistenti, senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i loro bisogni”, come si legge nel testo dell’indagine, si basa sostanzialmente su otto aree di intervento: architettura a basso impatto ambientale, acquacoltura ecocompatibile di qualità, agricoltura biologica, biotecnologie sostenibili, difesa del suolo e utilizzazione delle acque, aree protette e turismo sostenibile, energie rinnovabili e gestione integrata dei rifiuti urbani. Per ognuno di questi ambiti strategici, c’è bisogno di professionalità specifiche e innovative, 38 delle quali sono proprio quelle censite dall’Isfol. Così, per quanto riguarda l’architettura a basso impatto ambientale (Bia), la specializzazione più gettonata sarà quella del progettista di manufatti edilizi Bia. A questa figura sarà affidato, tra gli altri, il compito di analizzare i contesti ambientali delle costruzioni, di valutarne la salubrità e l’efficienza energetica e di individuare i vincoli progettuali. Nell’acquacoltura, settore in grande espansione sotto la spinta di una crescente domanda di prodotti ittici, serviranno invece veri e propri manager di impianti di qualità, che non solo dovranno conoscere i fondamenti di biologia e zootecnia, ma anche sapere individuare le strategie produttive più idonee alle condizioni di mercato.

La terza area analizzata dall’Isfol è quella dell’agricoltura biologica. Qui occorrerà soprattutto il “tecnico della qualità”, con funzioni di controllo della documentazione, di verifica dell’applicazione delle norme sulle colture e di coordinamento fra i vari soggetti della filiera. Un altro settore in forte crescita e’ quello delle biotecnologie sostenibili, ossia finalizzate alla produzione di prodotti transgenici ecocompatibili. La figura di un ’esperto’ sarà fondamentale per guidare i progetti che prevedono l’adozione di tecniche genetiche. In materia di difesa del suolo e di utilizzazione delle acque, invece, arriverà il ’manager del governo del territorio’, che opererà in connessione con la pianificazione del territorio e delle infrastrutture e con quella urbanistica. Aree protette e turismo sostenibile si avvarranno, poi, del ’promotore’ di sviluppo turistico, che promuoverà le capacita imprenditoriali esistenti e studierà la sostenibilità dei flussi turistici, valorizzando le biodiversità e i prodotti tipici. Un esperto di progettazione di sistemi di energie rinnovabili avrà il compito, in campo energetico, di stimolare un consumo razionale e appropriato, attraverso al gestione di diversi metodi (eolico, solare, di biomasse). Per la gestione integrata dei rifiuti solidi, invece, sarà fondamentale poter disporre di un esperto di commercializzazione dei materiali derivanti dal recupero.

Nel corso del convegno, è stato anche presentato il sistema informativo ’Ifolamb’ (Informazione orientamento lavoro ambientale). Una banca dati, consultabile via Internet (www.ifolamb.isti.cnr.it), in grado di orientare le scelte formative e occupazionali in campo ambientale. L’obiettivo e’ quello di poter soddisfare sia l’esigenza di chi ha bisogno di informazioni dettagliate per la scelta di un corso formativo ambientale, sia di chi vuole conoscere il trend di sviluppo dell’occupazione ambientale. Il sistema informativo ’Ifolamb’ e’ alimentato dai risultati di varie aree di ricerca. Tra queste, quella dell’offerta formativa ambientale, che censisce tutte le attività formative (università, formazione professionale, master) svolte in Italia da soggetti pubblici e privati e quella delle tendenze del mercato del lavoro ambientale, che analizza il settore monitorando le fonti statistiche ufficiali.

Secondo lo studio dell’Isfol, in Italia, in un decennio l’occupazione ’verde’ è cresciuta del 18%, passando dai 264 mila addetti del 1993 ai 311 mila del 2003. Un settore, quello dell’ambiente, che sembra premiare maggiormente le donne e i lavoratori più qualificati e che offre un impiego stabile. Circa l’80% degli occupati, infatti, ha un lavoro a tempo indeterminato. E, nel 2003, i diplomati rappresentano il 44,2% degli occupati e i laureati l’8,4%. Quella dell’ambiente, quindi, si conferma un’importante risorsa, dal punto di vista formativo e del lavoro. Per quanto riguarda la formazione, nel periodo 2003-2004, si registrano circa 1.408 percorsi professionali a carattere pubblico e privato, 565 corsi universitari (lauree triennali e specialistiche, perfezionamento e specializzazione), 222 master (fra universitari e non e alta formazione), per un totale di 2.195 attività. Nell’anno precedente, erano state 1.698 e avevano coinvolto 561 enti o istituzioni promotori e 60 atenei. Secondo i dati più recenti, il 42% dei laureati nel settore risulta occupato, così come il 45% dei qualificati e ben il 76% dei diplomati universitari. Fra i laureati, inoltre, ben il 56% svolge un’attività coerente con la propria formazione.


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